La voce e il suono della parola come presupposto di progetto. La parola come elemento comune e termine medio tra due piani di realtà, quotidiano/teatrale, due stati, vero/finto, due registri, serio/ironico etc.
È stato disegnato un nuovo font, chiamato Cima, lontano per quanto possibile dal canone alfabetico. Questo per mantenere il focus sul suono della parola più che sul significato. 
Oltre a ciò capace di rimandare allo specifico codice grafico musicale,
ovvero la notazione su pentagramma.
E infine in grado di suggerire la dinamica, il volume, gli echi e i riverberi che sempre accompagnano l’emissione della parola. Con questo font sono state composte delle onomatopee, da intendersi quali peudo pay off che accompagnano coppie di oggetti distanti nella destinazione d’uso ma simili da un punto di vista formale.
Oggetti che il gioco della rappresentazione reinventa e lega reciprocamente.

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